martedì 24 agosto 2021

Altre utOntaggini varie

È tornato Ben11! Insomma, non è che se ne fosse mai andato, ma ha avuto anche lui i suoi kazz&mazz in questo periodo di merda putrida e fetente, inclusa una quasi chiusura dell’azienda dove lavora, con cassa integrazione e tutto l’ambaradan. Comunque, la sua ditta è riuscita a tirarsi fuori dal baratro, lasciando purtroppo a casa qualcuno, non Ben11 e il suo vice per fortuna, e ora sta pian piano risalendo la china – basta che i genialoidi che abbiamo a Roma non s’inventino altre chiusure totali, zone rosse e troiate del genere; ma questo, per usare un’espressione che mi suggerisce Flannders, è tutto un altro paio di mutande. Comunque, Ben11 si è ricordato di mandarmi altre storielle, quindi cedo la parola a lui.

Ariecco qui il vostro Ben11, con un po’ di roba in canna (del gas?). E, no, non ho storielle su quella tipa che avevo battezzato AltraUtOntaScema, in questo post qui [devo di nuovo chiedere a E. B. di piazzarmi il link] (N.d.E.B.: basta poco, che ce vo’?): ha fatto le spese della nostra piccola crisi aziendale post-pandemiaonio e se n’è andata a menare le tolle da qualche altra parte. (N.d.E.B.: CuGGina o meno che sia del gran capoccia, anche lui deve aver capito che i primi che vanno potati sono i rami secchi.) Però, dopo un periodo in cui il suo posto è rimasto vacante, Capo ha preso un altro bel fenomeno, UtOntoAncoraPiùTonto. ’Sto demente oltre a non sapere nemmeno come cazzo si fa ad accendere un computer è anche uno spakkamaronix di prima categoria; penso che di materiale me ne fornirà a gogò.
Dunque, l’altro giorno mi chiama, e io ci avevo già tutte le lune di Giove, di Saturno, di Urano e di Nettuno di traverso, per cazzi miei, eh.
UAPT: Non mi va Internet. (Manco un cazzo di saluto? Un “ciao” cacatissimo? Troppa fatica cercare almeno di essere cortesi? Mi si è aggiunta anche la nostra Luna al conto…)
Io: Non mi hai dato alcuna informazione. Cosa di preciso non va?
UAPT: Eh, non va. E io devo accedere subito a un sito, è urgente, quindi vedi di risolvermi subito questo problema.
Io: (E va bene, aggiungiamo pure Fobos, Deimos e Caronte al conto…) Dunque, punto primo: per le urgenze hai un bagno a sì e no dieci metri dalla tua sedia. Punto secondo, “voglio posso e comando” qui da noi non funziona. Punto terzo, continui a non darmi nessuna informazione, quindi il tuo problema per me è irrisolvibile, per non dire irrilevante.
UAPT: (alquanto piccato) Ma come, qui i tecconici (sic!) infognatici (ari-sic!) si permettono di impedire alla gente di lavorare! Io devo fare urgentemente un accesso a un sito, e ci ho Internet che non va, quindi mi devi risolvere il problema!
Io: Allora, prima di tutto qui nessuno ti sta impedendo niente; seconda cosa, sei tu che continui a fare ostruzionismo quando ti chiedo di descrivermi il problema; terza cosa, qui vedo che la connessione aziendale va che è una meraviglia (ahò, ci abbiamo un fibrone della madonna!) e quindi adesso mi devi spiegare nei dettagli cos’è che non va.
UAPT: Ma se ti dico che non va! Cosa c’è di più chiaro di così?
Io: Ma fai così anche quando ci hai il mal di pancia e vai dal medico? Allora, le frasi “non va” e “non funziona” vanno eliminate dal tuo lessico. Qui abbiamo a che fare con delle macchine, e con le macchine bisogna essere precisi, chiaro? Dunque: qual è il problema? Che messaggi di errore ti dà quando tenti di accedere a Internet? È un problema su una pagina specifica o generalizzato? (Questo proprio non può essere, perché ciò vorrebbe dire che il suo PC è sconnesso dalla rete, ma se così fosse avrebbe smaronato per ben altre cose che “non va Internet” – e a un rapido ping il suo PC risponde, tra l’altro…)
UAPT: (dopo un lungo attimo di impappinamento) Ma, ecco, io tento di aprire il sito e non va.
Arrrrgh! Qui non ne caviamo un ragno dal buco! Dai, Ben11, schioda il culo dalla tua poltroncina e vai a vedere che gli frulla a ’sto rincojonito.
Vado da lui – che è covid-fobico, e si allontana da me schiaffandosi la mascherina, anche se come me ha già fatto tutte e due le dosi di vaccino – e mi metto a verificare il suo PC. Connessione alla rete: verde. Apertura browser: verde per tutti quelli che ha sulla macchina, cioè il solito Bordo di Finestre10, VolpeDiFuoco e Cromo (sì, ho voluto tradurre tutto in italiano: qualcosa in contrario?). Navigazione su Internet: verde. Guardo UAPT con un bel punto interrogativo stampato in faccia. (N.d.E.B: Non diciamolo a Batman, se no finisce per prenderti per l’Enigmista!) Si decide a venire vicino, ma solo dopo che gli ho detto “Dai, sei adulto e vaccinato!”, apre un cazzo di file di testo, copia un indirizzo web da lì – punta a un sito che riporto qui così: https://www.sitochemipuzzadavverotanto.it – e lo incula incolla sulla barra degli indirizzi (almeno una minchiatella che sa fare, anche se è forse l’unica). Restituisce un bel “Error 500 – Internal server error”.
UAPT: Ecco, vedi che non va? E io devo assolutamente accedere a quel sito, quindi bisogna risolvere il problema.
Io: Loro devono risolvere il problema. È il loro server che è andato a smignottix. Dal lato nostro, tutto funziona che meglio non può.
UAPT: Ma io devo accedere a quel sito, è urgente! E ieri da casa mi funzionava, quindi il problema è qui.
Io: Evidentemente da ieri a oggi il loro server ha deciso di inciamparsi per le scale e scatafasciarsi. (Se non altro, è riuscito a cogliere il mio ghigno sardonico a questa frase e capire che stavo facendo del sarcasmo.) Le macchine si guastano da un istante all’altro, puf, fino a un momento fa funzionava e ora non più. E se il loro server ti restituisce un bell’errore 500, non ti resta che aspettare che abbiano finito di riparare il guasto e l’abbiano riacceso. È tutto dal lato loro; se fosse qui da noi il problema non riusciresti nemmeno ad aprire la pagina di San Google.
UAPT: Ma come faccio ad accedere a quel sito? Devo accederci urgentemente!
Io: Se ascoltare quel che dice il, segnati bene come lo pronuncio, tecnico informatico è un optional, son cazzi tuoi. Questo server non fa parte dei nostri, quindi il problema per me proprio non c’è. E provati ancora ad accusarmi di boicottaggio nei tuoi confronti e finirai per farti una bella collanina coi tuoi denti dopo averli raccolti dal pavimento. (E che cazzo! Quando ci vuole ci vuole!)
UAPT: Ma… (Si blocca vedendomi stringere il pugno.)
Gli giro le spalle e me ne torno nella mia tana.
Per la cronaca, dopo qualche ora quel magnifico sito è tornato online e io sono perversamente andato a ficcarci il naso. Una rivendita online di kit per taroccare motori…


Le chicche di Contabile.
C: (dopo aver tirato giù almeno quattro calendari) Vacca boia, io ci avevo qui sul telefonino un file che mi devo essere cancellato, ma è importante! (Mi guarda speranzoso) Senti, non è che me lo puoi ricuperare? Tanto ci hai il backup, no?
Io: Del tuo telefonino? Ma manco se mi paghi 862.145 caffè.
C: (l’espressione desolata) Allora me lo sono proprio fottuto del tutto?
Io: Mi sa tanto di sì.
C: Ma che merda! Guarda, ti autorizzo a prendermi a calci in culo.
Io: Ci ho male alle gambe oggi; facciamo un’altra volta, va’.


Sul butringo dell’ufficio a volte piombano chiamate abbastanza deliranti da spingermi a chiedermi che cazzo ha l’umanità che non va. Un giorno mi suona; e c’era Capo lì in ufficio con noi a discutere di nuovi acquisti informatici. Numero che a me non dice una beata favazza, ma Capo lo vede e parte in fase digrignante – aha! Prendo la linea col vivavoce.
ScemoColBotto: Mi passi Capo. (Un semplice “Buongiorno, sono SCB, per cortesia vorrei parlare con Capo.”? Tsè: utopia.)
Io: (Dopo aver scambiato un’occhiata con Capo) Mi spiace, non è qui. Ha provato a fare il suo numero diretto?
SCB: Sì, ma non mi risponde. Me lo passi.
Io: Spiacente, ma da questo telefono posso solo passare la comunicazione a quello del mio collega d’ufficio. (Pinocchio, vatti a nascondere!) Rifaccia il numero diretto; può darsi che Capo sia solo uscito un momento dall’ufficio.
SCB: Ma come sarebbe che non può passarmi Capo? Ma dove siamo, nel Burundi, qui? Mi pas-
A un reciso cenno di Capo trancio la chiamata. Capo ci spiega che quello lì è uno dei dirigenti di Stucazzefornitore, che ci fornisce Quelsoftware, e che è un mese che gli sta facendo la minchia a bastoncini fritti dicendogli che è obbligato a comprare anche il pacchetto aggiuntivo con questa, quella e quell’altra funzionalità senza le quali la Terra smette di botto di girare, quando già in fase di acquisto avevamo fatto presente che ci basta e ci avanza il pacchetto base. Tra l’altro, Quelsoftware è una ciofeca mostruosa, e il prossimo anno non rinnoveremo il contratto ma ci orienteremo sulla concorrenza – ma questo è un altro disco unito a un orso (N.d.E.B.: 🙄 ).
La nostra centralina butringonica (N.d.E.B.: ovvio, no? La centralina che gestisce i “butringhi” è “butringonica”, giusto? 🤪 ) ha un sistema di smistamento chiamate: io e Bislakk rispondiamo allo stesso numero, ma la chiamata arriva all’uno o all’altro. Stavolta arriva a lui, che annuisce rivolto a Capo e prende anche lui la linea col vivavoce.
SCB: MI PASSI CAPO!
B: Ehi, non urli così, non sono mica sordo! Ahem, scusi, cos’è che ha appena detto? (Quanto a culo superiore, ne è molto più dotato di me…)
SCB: (resta interdetto per un attimo, poi grugnisce nel naso.) Mi passi Capo.
B: (produce deliberatamente un suono frusciante) Non ce l’ho qui in tasca, mi spiace.
SCB: (ancora una volta interdetto) Forse non ci siamo capiti bene. Mi passi Ca-
Anche B trancia la chiamata a un cenno di Capo. Mi strizza l’occhio; io alzo la cornetta del mio butringo e la lascio sganciata. La successiva chiamata di SCB piomba di nuovo sul butringo di B.
SCB: (ormai incazzato come due branchi rivali di iene sullo stesso territorio) Ma allora! Ma dove siamo qui, in Sudan? (’Nu poco razzistello, l’amico?) Una volta per tutte, mi passi Capo!
B: (rivolgendo a noi un ghigno perfido) Mi spiace, ma ho sentito da fonti sicure (mio cuGGino mio cuGGino…) che Capo si è preso un sabbatico per un anno ed è andato a spaparanzarsi in panciolle su una spiaggia privata a Honolulu. Richiami dopo il [data odierna + 366 giorni].
SCB: Ma… ma come, io devo assolutamente parlare con Capo! Come faccio? (Adesso più che incazzato sembra disperato. B gli ha propinato quell’insalata di minchiate in tono così serio…)
B: Se ha modo di contattarlo a Honolulu, prego. Noi non sappiamo come: non s’è nemmeno portato dietro il telefonino.
SCB riattacca – e per fortuna poi non chiama più. E noi lì piegati in due dalle risate! Poi:
Capo: Dai, raga’, andiamo a berci un caffè.

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