martedì 31 agosto 2021

Altro pacco di utOntaggini

Ben11 mi ha mandato un nuovo pacco di storielle, quindi cedo la parola a lui.

Mi sono sbagliato. UtontoAncoraPiùTonto che ho descritto qui [manco da chiedere ancora…] (N.d.E.B: Lo so, lo so…) non è stato in grado di fornirmi tanto materiale. Ha pisciato un po’ troppo fuori dal vaso, e con Capo non si scherza. Del resto quando passi le giornate a fare la minchia a coriandoli al prossimo, monti su arroganza a non finire, pretendi l’inverosimile, prima o poi tutti finiscono per lamentarsi di te e Capo ti caccia via a scarpate in culo.
Comunque, ’sto fenomeno merita ancora una storiella. Ci piomba un giorno in ufficio con la sua solita tracotanza; il primo che vede è Bislakk, e si rivolge a lui.
UAPT: Ma allora, io qui ci ho tutto che non funziona! Mi dovete risolvere il problema subito, perché ci sono delle cose che devo fare con urgenza! (Tipo: andare a fare chissà che cazzo su un sito di taroccamento di motori?)
B: (guardandolo serafico) Mah, non so. Io ci ho una roba urgente da finire su ’sto server, quindi non posso mica adesso.
UAPT: Ma che cazzo me ne frega dei vostri verser (sic!), dovete venire subito! Qui la gente deve lavorare, ma allora! A me non mi funziona più niente, e dovete intervenire!
B: Oh, io devo obbedire agli ordini di Ben11. (Tsè, ma quando mai gli do ordini io? Fortuna che il naso da Pinocchio non si vede.) Se lui mi ordina di mollare tutto qui e darti retta, lo faccio, se no ciccia.
Io: E ’sto par di balle che gli ordino di mollare un lavoro importante su un server. No, B non è autorizzato a darti retta. (Né ora né mai, aggiungo mentalmente.)
UAPT: (inalberandosi) Ma qui i tecconici infognatici (aridaje!) impediscono alla gente di fare il loro lavoro! Io ci ho tutto che non va, e voi… (Si ferma impallidendo quando lo prendo per il bavero.)
Io: Cos’è che ti ho detto l’altra volta sul calunniare i, ripeto, segnatelo bene, tecnici informatici?
UAPT: Ma… ma…
Io: Ultimo avvertimento. (Lo mollo. Se non si è capito, Capo non protegge gli utOnti che assume né dal mio pessimo carattere né dalla loro stessa stupidità.) Adesso, punto primo, la formula corretta sarebbe: “avrei il tale problema; potreste per favore intervenire?”. Il sistema “voglio posso e comando”, come ti ho già ripetuto fino alla nausea, qui non funziona. Seconda cosa: “non va niente”, “non funziona niente” sono frasi che, ahem, non vanno e non funzionano. Cazzo, quando ci hai mal di pancia che minchia racconti al dottore, solo “sto male, mi deve curare”?
UAPT: (cercando di ricuperare la sua solita boria) Ma se non lo sapete voi cos’ha che non va…
Io: Già, e senza dettagli non lo sapremo mai. Ribadisco: queste sono macchine, e con le macchine bisogna essere precisi, se no t’attacchi al tram e tiri. Quindi, di preciso, cosa c’è stavolta che non va? (Un altro “Internal server error”?)
UAPT: Ma, ecco, io… insomma… non potresti venire a vedere? (To’, un briciolo di cortesia! Ma so già che è troppo bello per durare.)
Facendo ancora una volta buon viso a cattivo gioco, mi decido a seguirlo e a vedere cosa c’è che non va, e riesco a convincerlo a non smenarla tanto tra mascherine e distanziamento, ribadendo il concetto del “Siamo entrambi vaccinati”. “Nonvanonfunziona” numero 1: ha aperto VolpeDiFuoco, ha battuto un indirizzo che riporto così: https://www.sitoirrimediabilmenteinesistente.com e si è beccato il messaggio falsamente spiritoso di VDF “Uhm… non riusciamo a trovare questo sito.”, roba che è seconda solo a “Oops, questo è imbarazzante!” quanto a coglionaggine totale (ma gli sviluppatori di VDF non ci hanno niente di meglio da fare che atteggiarsi a simpaticoni?).
Io: Certo che se batti indirizzi che non esistono col cazzo in salamoia che ti carica qualcosa.
UAPT: No, ma esiste! Me l’hanno mandato su uozzappo. (Mi mostra il buzingo, dopo aver aperto quella ciàt specifica sul piccione viaggiatore verde. Controllo se ha cannato qualche carattere nella trascrizione – succede a tutti, non solo agli utOnti – ma l’ha copiato papale papale.)
Io: Mica detto che perché te l’abbiano mandato su uozzappo sia automaticamente giusto. Mi sa che questa tizia ha cannato clamorosamente.
UAPT: No, lei non sbaglia mai! Qui mi avete bloccato questo sito perché… (Si blocca al mio ringhio gutturale; sto davvero per ficcargli le mani addosso.)
Io: Qui gli unici siti a essere bloccati sono quelli porno, per ordine di Capo, e comunque ti sarebbe apparsa la paginetta interna del nostro proxy ad avvertirti del blocco. No, questo sito qui proprio non esiste, non c’è, nisba, nada, zilch. Quindi, è chiaro che questa tizia ti ha passato un indirizzo inesistente, magari per percularti per bene.
UAPT: (Apre e richiude la bocca un paio di volte.) Vabbe’, le chiedo se si è sbagliata. (Allelujah!) Adesso, per l’altro problema…
“Nonvanonfunziona” numero 2: apre l’alquanto scarna pagina principale di orologiorotto, ma sì, quella socialfogna fetente che sta soppiantando facciabuco sia come numero di webeti iscritti sia come livello di webetaggine dei medesimi, va ad aprire la paginetta di accesso, scegliere di entrare con nome utente e password e mettere le sue credenziali; gli viene fuori il bel messaggino d’errore secondo cui le sue credenziali sono sbagliate.
UAPT: Ecco, fino a ieri da casa mia funzionava e qui non funziona più! Mi avete bloccato l’acces- (Si blocca perché la mia mano gli è piombata dritta sulla spalla, poi, pallido come un cencio, m’implora con lo sguardo. Se volete farvi un’idea di come sono fatto fisicamente, immaginate un orso Kodiak spelacchiato e occhialuto. UAPT forse pesa trenta chili bagnato…)
Io: (Lo lascio andare; tendenzialmente non sono violento.) Ribadisco il concetto: se tenti di aprire una pagina bloccata vedi la paginetta del proxy. Qui vedi la pagina principale di orologiorotto, invece, il che vuol dire che non l’abbiamo considerato abbastanza porno da bloccarlo. Se canni pure a scrivere un cazzo di nome utente e una merda di password son cazzi tuoi.
UAPT: Ma se da casa mi collego e qui non entra!
Io: Cioè, presupponendo che il nome utente sia corretto, a casa batti una password e qui ne usi un’altra? (Non sarebbe certo il primo a combinare una vaccata del genere!)
UAPT: No, a casa me le mette in automatico.
Io: È un classico: così si finisce per dimenticarsi pure le password. Sicuramente hai cannato quella; te la sei almeno segnata da qualche parte?
UAPT: No, ma sicuramente è giusta!
Io: Tra tu che ritieni di averla scritta giusta e il sito che ti dice che la stai cannando, ha sicuramente ragione il sito. Secondo me, manco te la ricordi.
UAPT: (dopo un lungo attimo di impappinamento totale) Ma io devo entrare su orologiorotto! Mi devi aggiustare la password!
Io: Ancora in modalità “voglio posso e comando”? Comunque questi sono tutti cazzi tra te e orologiorotto. Puoi utilizzare le loro procedure di ricupero password, se ne hanno.
UAPT: Fallo tu.
Io: Il profilo è tuo, e ci devi pensare tu. Questo è un sito completamente al di fuori del nostro campo di responsabilità. In parole povere, non me ne può fregare meno di dove ti conducono le tue “urgenze” del momento, e se non riesci a entrare su orologiorotto son tutti cazzi tuoi. Punto.
UAPT: (rimane di nuovo impappinato, poi tenta miserevolmente di riguadagnare terreno.) In ogni caso, dovrò farti una segnalazione con Capo perché mi hai messo le mani addosso e perché mi tratti male.
Io: Prego; poi vediamo chi esce gobbo dal suo ufficio.
(Nota: Capo è già al corrente della calunnia precedente, e sa che per spingermi a ficcare le mani addosso a qualcuno bisogna combinarmela grossa.)
Lo lascio lì piantato come un pioppo e me ne torno nella mia tana.
È stata proprio quella l’ultima goccia? Forse. Poco dopo, UAPT transita con aria tracotante da “mo’ gliela faccio vedere io” verso la Tana del Drago Sputafuoco, entra senza nemmeno bussare e dà il via alla sua geremiade – al che poi cominciamo a sentire la voce di Capo che risponde in tono pericolosamente piatto. Io e Bislakk ci appropinquiamo silenziosamente alla porta, per captare la parte finale: “… e da domani ti cerchi un altro lavoro!”. Ci ritraiamo giusto in tempo, quando UAPT esce dall’ufficio di Capo strascicando i piedi, ramazza le sue scarse proprietà personali e se ne va senza salutare nessuno. UAPT era ancora nel suo periodo di prova, quindi neanche da dare gli otto giorni: piglia e vai, fuori dai coglioni! Io e Biskakk ci guardiamo.
B: Naaaa, ma così non va bene! Dovremo protestare con Capo: così ti toglie tutto il materiale per le storielle che mandi al tuo amico blogger! (Sì, ne è al corrente, proprio come Capo.)
Io: Come se mancasse il materiale! Il WWF non ha ancora dichiarato gli utOnti specie protetta.
B: Ah, quindi posso collaudare il fucile da caccia grossa su qualche utOnto? Ottimo.
Sghignazziamo.


Qui invece abbiamo a che fare con un utOnto esterno all’azienda. Un amico di amici; e i suddetti amici si sono presi la ranzata che meritavano per aver osato dare il mio numero di buzingo a quell’elemento – che poi, grazie sant’Android, è finito dritto filato in lista nera. Tralascio quell’ora di chiamata delirante per arrivare a capire che dovevo passare a trovarlo perché se no non ci avrei cavato un ragno dal buco. Mi faccio dare l’indirizzo, fissiamo un appuntamento, tanti saluti. La domenica pomeriggio – e ci avrei avuto altro di meglio da fare! – arrivo a casa sua, e trovo ’sto tipo tutto allegro e sorridente, che vive da solo a parte un grosso cane incrociato pure col primo treno che passava da quelle parti, che mi dà testate per avere coccole e che, a guardarlo negli occhi, sembra più furbo del suo padrone. No, altro che “sembra”: è più furbo… Convenevoli vari, il tipo mi offre pure un caffè, poi alla fine si passa al perché e il percome mi ha chiamato su consiglio di Amico1 e Amico2 (nota: procurarsi qualcosa per mattonizzare PC e buzinghi di questi due amici…). Mentre ci facciamo strada nei meandri di una vecchia casa più o meno ristrutturata, con un dedalo di localini interconnessi, rampe di scale in salita e in discesa, corridoietti vari – la casa del nonno di TizioRintronato, progettata e costruita da lui in persona, il che mi spinge a chiedermi quante tracce di sangue avrebbero trovato nell’alcool al suddetto nonno il giorno che s’è messo a farsi quella casa – TR mi accenna al problema: “Vedi, io mi devo vedere dei video che mi hanno mandato su Io Tubbo (verbatim!), ma non me li fa proprio vedere.”
Hummm… I motivi per cui a volte non si riesce a visualizzare video sul tubazzo possono essere tra i più disparati; ma alla fine colgo quello specifico a colpo d’occhio, senza nemmeno prendermi la briga di accendere il computer.
Cioè: mi sono trovato davanti un bel guscio color crema. Col floppy e il cd-rom. Attaccato a un fantastico monitor a tubo catodico da quattordici pollici. Con una tastiera alta tipo cinque centimetri, pure color crema, col classico connettore PS2. Mouse con la pallina, pure lui con connettore PS2. Se non altro, è attaccato con un cavo ethernet a un router ADSL che ha visto tempi migliori, sì, ma che funziona.
Tunc, tunc, tunc. Le mie palle sono appena cascate sul pavimento e rimbalzano qua e là.
Io: Con questo coso dell’epoca dei dinosauri manco se diventi verde a pallini viola che riesci a vedere video sul tubazzo!
TR: Ma se ha sempre funzionato.
Io: Non lo metto in dubbio, ma è vecchio come il cucco, è un vero e proprio pezzo da museo.
TR: E allora? Io ci ho una vecchia 500 e va che è una meraviglia.
Io: Questo PC, in termini informatici equivalenti, è molto, ma molto più vecchio della tua 500: è come una carrozza a cavalli del 1800 paragonata alle moderne automobili. Con questo col cazzo ripieno che visualizzi qualsivoglia contenuto multimediale moderno.
TR: Ma se naviga benissimo!
Io: Immagino; ma non ce la fa proprio, in nessuna maniera, con la roba moderna.
Gira e rigira, alla fine acconsento ad accendere quella meraviglia, aspettare i suoi tempi biblici perché si avvii, e trovarmi di fronte alla bella schermata principale di, udite udite, Finestre 98. Prima versione, quella che s’incriccava ogni tre per due. E vabbe’. Caratteristiche hardware di questa bellezza:
Pentium II
Scheda video 3DFX Voodoo 2 con 8, diconsi 8 MB di memoria
RAM: 16 MB, sì, ribadisco, MB
Hard disk: 6 GB
Sì, diciamo che è un po’ più potente di un Commodore VIC-20. Ma il buzingo più sfigato se lo mangia per colazione, questo PC.
Lancio il browser – quello famoso che dopo millenni Micromorbido si è decisa a mandare in pensione; non che Bordo sia meglio, eh – e, sì, miracolosamente mi apre qualcosa, tipo la pagina di San Google in versione ipertartassata. Ma di aprire video sul tubazzo, pure con la qualità ridotta al minimissimo (N.d.E.B.: qui occorre specificare che l’ha usato deliberatamente a fini ironici, se no qualche utOnto affetto da webetismo galoppante potrebbe pure prenderlo sul serio…), proprio non ne vuole sapere. Guardo TR.
Io: No, o ti decidi a comprarti qualcosa di moderno – perfino un notebook sfigato da 400 euro è in grado di visualizzare video sul tubazzo – o quei video che tanto brami vedere non te li godrai mai.
TR: Ma se funziona!
Io: Lo vedo. Ma non ci gira niente.
TR: Ma se ci scrivo con Parola.
Sì, sì: quello di Ufficio 97. Ma questa sparata mi lascia perplitoesso.
Io: E che straminchia c’entra coi video del tubazzo?
TR: Eh ma se gira Parola girano anche i video di Io Tubbo.
Io: No, non c’entra un cazzo in insalata. Sono due pianeti diversi, se non addirittura due galassie lontanissime. Tieni questo PC lì come pezzo da museo, se vuoi, e una buona volta, se hai intenzione di fruire di video sul tubazzo o altra roba moderna, comprati un PC moderno; come ti ho detto, anche i rimasugli di magazzino da 400 euro ce la fanno, almeno coi video sul tubazzo.
TR: Ma se funziona!
No, niente da fare. Il cervello di TR è andato in loop infinito. Tralascio l’ulteriore mezz’ora a cercare invano di fargli capire che con quel residuato bellico non va da nessuna parte. Alla fine, gli comunico in tono fermo che se mi cassa l’unica soluzione funzionante che potevo proporgli – e non è un morto di fame: ha più soldi che vita per spenderli – altre non ce ne sono, e me ne vado lasciandolo lì piantato come un pioppo. Il suo numero in lista nera ci è finito appena ho varcato la soglia di casa sua.


Altra chicca di Contabile.
C’è anche Contabilessa; io sono lì per bestemmiare a mitraglia con una cazzo di patch ethernet che non ce la fa proprio, e non intervengo nella loro conversazione.
Ca: Io adesso ci ho da fare con quel cazzinculo di bilancio; hai voglia di guardare la segnalazione di QuelTaleFornitore su una cifra sbagliata che gli è sfuggita sulla fattura n. Xxx?
C: Quale segnalazione?
Ca: Ma sì, ti ho girato la mail dieci minuti fa, ma non sono riuscita a spiegarti per via di quella cazzinculo di telefonata.
C: (smanazzando sulla posta elettronica) Ma porca vacca di quella troia! Me la sono ranzata in mezzo a quel mucchio di spam dei fornitori! (Noi filtriamo lo spam propriamente detto, ma le mail con cui i fornitori, solo perché abbiamo comprato una minchiuzza da loro, ci tartassano le lasciamo passare; a volte in quel marasma di sbrubblicità gratuita c’è anche qualcosa d’interessante.) Ma, e se chiedo a Ben11 di ricuperarmela dal backup?
Ca: Oggi per oggi? Ma sei scemo o hai mangiato sushi avariato?
C: (con estrema nonchalance) Oh, allora gliela chiedo domani, tanto non c’è poi tutta questa fretta con QuelTaleFornitore.
Ca: Ma ti rolli roba buona in quei cannoni che ti fumi?
C: Ehi, è solo tabac… (Si blocca, imbarazzatissimo.) Ho detto una vaccata, vero?
Ca: No, ma va’? Senti, facciamo che ti rigiro quella mail, che è un po’ più facile del miracolo che avresti voluto chiedere a Ben11.
E io lì che sghignazzo sotto i baffi mentre smonto quella merda di patch…

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