giovedì 16 aprile 2020

Ne uccidono più le malelingue che le malattie

Post alquanto venato di acredine; di solito non sono così incazzoso, ma…
La piaga più virulenta al momento non è la Covid-19: sono gli autonominatisi sceriffi del web.
Bella serie di personaggi frustrati e dall’animo meschino che come ti muovi di casa sono già lì che ti fotografano, per poi pubblicare la foto sulle socialfogne con bei messaggi offensivi infliggendoti così una gogna mediatica.
Una signora che conosco, che ha una bambina autistica – segnatevi la parola, cari stronzi webeti pronti a puntare il vostro lurido dito – la porta fuori a passeggio, non per infrangere la legge, ma perché le passeggiate sono indispensabili per la bambina: e questo rientrerebbe nei motivi di salute previsti dai decreti! Ma no, le teste di cazzo fotografano madre e figlia e giù di pubblicazione immediata sulla Madre delle Socialfogne, lo Zuckabuco, col bellissimo commento “guarda quì ke sta stronza porta fuori la banbina ma xkè non ci sono mai i polizziotti”, sgrammaticature riportate verbatim. N. B.: io non ho account su nessuna socialfogna; questo me l’hanno riportato.
Così lei ha dovuto spiegare che la figlia è autistica e che le passeggiate fanno parte dei motivi di salute per i quali si può uscire. Il post è stato poi cancellato, ma questa poveraccia adesso si trova appiccicata addosso la qualifica di “untrice” e sarà costretta a portare la questione in tribunale.
Ma questo caso non è certo unico.
Un mio vicino di casa è stato, ahi ahi ahi, beccato perché era uscito di casa per portare le immondizie ai cassonetti, che distano qualcosa come trecento metri. No, non abbiamo il porta a porta, e il comune ha piazzato non più di 4 punti di raccolta, scomodi per quasi tutti. Così, gogna mediatica perché portava fuori le immondizie! Cos’è, doveva mangiarsele, forse? I carabinieri del paese, però, hanno subito individuato lo sceriffo che ha pubblicato minchiate e hanno salassato lui, denunciandolo per diffamazione – ed è un recidivo, tra l’altro: i vizi non si perdono proprio mai.
Un’altra signora che conosco è salita in macchina per andare a fare la spesa a dieci chilometri di distanza, all’unico supermercato a portata utile, e un coglione le è partito dietro, e giù di foto con tanto di targa in piena evidenza pubblicate su tutte le socialfogne a cui è iscritto. Anche qui, si sono mossi i carabinieri di paese, che conoscono bene la situazione, e anche questo coglione si passerà le sue – ma il danno ormai è fatto, e quella signora adesso esce di casa con l’ansia addosso.
Esci il cane per pisciarlo1 e come sei fuori dal portone c’è qualcuno lì pronto col dumbphone a scattarti la foto per poi pubblicarla esattamente 2,57 microsecondi dopo su qualche socialfogna.
Fai quattro passi nel vicoletto praticamente deserto sotto casa, perché non disponi nemmeno di una misera area verde tutta tua, e zac, immortalato.
Vai a comprarti quelle quattro cose che il negozietto di paese può fornirti, e il negozietto in questione è a mezzo chilometro: zac, bella foto di merda.
No: da questa esperienza non uscirà un’umanità migliore: uscirà la stessa umanità di prima. Gente meschina e frustrata che non ha un cazzo di meglio da fare, nelle sue lunghe e vuote giornate, che scassare la minchia agli altri è sempre esistita ed esisterà sempre; quando passerà questa influenza, sarà qualcos’altro a scatenare il loro pruriginoso desiderio di vendicarsi del mondo che – giustamente! – li prende a pesci in faccia. Qui però mi trovo a tirare un doveroso pesce in faccia all’iperconnessione moderna: ben venga per tenere in contatto familiari e amici in questo periodo di chiusura totale, ma d’altro canto permette a tutti i webeti leoni da tastiera affetti da sindrome dello spaccacoglioni di autonominarsi sceriffi nel fatuo desiderio di rendere ad altri la vita peggiore della loro. E un grosso pesce in faccia allo Zuckabuco e a tutti i suoi degni emuli, parecchi dei quali sono passati sotto il suo diretto controllo, per aver permesso che un webete potesse pubblicare le sue diarree mentali in tempo zero senza il minimo controllo. Sembra sia impossibile denunciare le socialfogne per diffamazione, tra l’altro, e sono sempre molto restie a dare alle forze dell’ordine i dati dei diffamatori; spero che qualche governo cominci a mettere mano alla questione – illusione, dolce chimera sei tu…


  1. Citazione quasi verbatim da un testo umoristico che circola da mo’ in giro per il web, e a cui non sono ancora riuscito ad attribuire una fonte precisa. ↩︎

2 commenti:

Claudia Turchiarulo ha detto...

Praticamente abbiamo scritto lo stesso post.
Gli sceriffi del web hanno rotto i coglioni pure a me.
Benvenuto nella blogosfera.
A presto.

Er Bestiassa ha detto...

@Claudia: Tutto il mondo è paese, eh? Non "sceriffano" solo in Puglia, ma dappertutto.
Grazie.