lunedì 27 settembre 2021

Sulle socialfogne

Magistrale analisi di Cory Doctorow, riportata in questo post del Disinformatico, sulla Madre di Tutte le Socialfogne.
Poi tanti che mi conoscono si stupiscono che io risponda seccamente di no quando mi invitano a farmi un profilo su una socialfogna. Ma dai, aumenti la visibilità, entri in contatto con un mucchio di gente, bli, blo e bla.
Non ho mai cercato visibilità in vita mia, e quanto alle persone con cui si entra in contatto è molto probabile che siano webeti all’ennesima potenza, con enne ormai appena sotto a infinito.
No, niente socialfogne per me; l’articolo citato sopra per mè non è che la più recente delle innumerevoli conferme ricevute negli anni a quanto già sapevo. Anzi, comincio a fare mia una crociata già portata avanti da altri – e con la stessa altissima probabilità di trovarmi a urlare nelle orecchie dei sordi: sono un fervente sostenitore di qualche legge europea che ogni stato dovrà poi attuare, riguardante la chiusura immediata delle socialfogne, o quanto meno il divieto di utilizzarle nei confini stabiliti dalla legge di attuazione del proprio stato. Drastico? Forse. Ma è evidente che di danni le socialfogne ormai ne hanno combinati troppi perché si possa pensare soltanto a porre loro qualche vincolo che finirebbero per ignorare bellamente.
Già, qualcuno mi ha fatto notare che se s’imponesse un divieto di usare le socialfogne entro i confini degli stati europei sarebbe tutto un proliferare di VPN puntate su stati asiatici o roba del genere. Ma io mi chiedo quanto un’operazione del genere sia alla portata del webete medio.

3 commenti:

Pino ha detto...

Si, le "socialfogne" andrebbero chiuse. Sono d'accordo con te. E andrebbe anche vietato l'uso del cellulare (io non ce l'ho) in certi luoghi. Per esempio, sui treni è ormai necessario riservare qualche scompartimento a chi non sopporta più di ascoltare le telefonate degli altri. Sono più fastidiose e nocive delle sigarette: quindi al vietato fumare urge il vietato telefonare.

Franco Battaglia ha detto...

Io ci sto su facebook, ma gli riservo un credito molto limitato, immagino potrebbe offendersi se si accorgesse il diverso tenore degli articoli ridanciani che posto da lui rispetto a quelli che curo per il blog. Questo dovrebbe essere considerato facebook, senza troppe pippe mentali.. solo il fatto che usi il cell per facciabuco e il pc per il blog, la dice molto lunga.
Diventiamo manovrati da un algoritmo, solo quando gli attribuiamo troppa importanza. Poi ovvio che tanti, troppi, diventino "dipendenti", basta fare spallucce. ;)

Er Bestiassa ha detto...

@Pino
Ormai siamo schiavi del dumbphone; davvero, certe volte sui mezzi pubblici è un inferno, soprattutto considerato che molti per telefono urlano come degli ossessi e che addirittura attivano il vivavoce, così si sente tutta la conversazione da tutte e due le parti. Mi chiedo se certe persone abbiano smesso di tenere alla loro privacy, oltre che a quella dei loro interlocutori.

@Franco
Già, potrebbe andar bene come frivolezza, ed è quello il motivo "ufficiale" per cui venne creato – ma ci ha impiegato davvero poco a divenire una fogna a cielo aperto. L'analisi di Doctorow è più sui fattori commerciali, ma concordo in pieno quando parla di miliardi di ostaggi. Potrei aprirmi un profilo su una socialfogna per fini frivoli, senza paura di finir triturato da un algoritmo, ma è proprio perché sono, appunto, delle fogne che ho deciso di lasciar perdere in toto.