giovedì 16 settembre 2021

UtOntaggini a nastro

Altre storielle di Ben11.

Notiziola che ci rallegra: sono bastati pochi giorni e il mio amico, di cui parlavo qui, è stato preso in via definitiva. Solido lavoratore, impara in fretta, sa usare un computer: lo merita. Però anche lui ha qualche utOntaggine saltuaria al suo attivo, e magari me le passerà per pubblicarle sul blog di E. B. (e poi, dovrò pensare alle mie utOntaggini saltuarie… ahò, non è che il tè, ahem, la scienza infusa venga sempre nel migliore dei modi!). Comunque, per il momento le utOntaggini sono quelle tutto meno che saltuarie dei soliti utOnti che abbiamo qui.
Le utOntaggini di cui al link che ho messo in cima al testo, tutte accumulatesi insieme lo stesso giorno (è un GOMBLODDO degli utOnti che si sono messi d’accordo per farci la minchia a crocchette per gatti 🤣), hanno spinto me e Bislakk ad appiccicare in posti ben visibili varie copie di questo cartello: “ATTENZIONE! L’ufficio informatica NON È IN GRADO di hackerare i vostri cervelli e leggervi nel pensiero, quindi, quando vi rivolgete a noi, SIATE CHIARI.” Le battutacce che non ci siamo sparati tra noi, Capo, Contabile e Contabilessa, MagazziniereFactotum, adesso pure AmicoMio, e altri non sofferenti di utOntaggine cronica alla macchinetta del caffè (no, gli amministrativi non prendono praticamente mai il caffè assieme a noi, salvo, qualche volta, UA4 quando sta cercando una via di fuga da quel bell’ambientino dove è infognata) sulla capacità dell’utOnto medio, notoriamente analfabeta funzionale, di leggere un semplice cartello!
Per la serie Quod Erat Demonstrandum, ci becchiamo di nuovo UA1, e questo dopo aver piazzato quei cartelli.
UA1: Il computer, allora.
Senza parlare, le indico uno di quei cartelli. Lo legge con un cipiglio che ancora un po’ le sopracciglia le arrivano sotto il mento, poi, a noi:
UA1: E quindi? Cosa significa?
Io: (con un mezzo ghigno) Significa che se non sei in grado di mettere insieme una semplice frase in italiano dove spieghi con assoluta precisione cosa ti rode il culo, noi non possiamo intervenire. “Il computer, allora” non è una frase.
UA1: Eh, ma cosa ne so io? Siete voi che dovete sapere cos’ha che non va il mio computer.
Io: No, fintanto che non ti deciderai una buona volta a dirci in termini chiari e precisi qual è il problema. Ribadisco il concetto: non siamo in grado di leggere nel pensiero; quindi, questo va espresso in parole.
UA1: (alquanto frustrata) Eh, ma ci ho il video tutto nero.
Interviene Bislakk:
B: Struca el botòn.
UA1: Eh?
B: Quello che ti ho fatto vedere l’altra volta.
UA1: Eh, ma io ho acceso il computer, sono partite tutte le lucine, ma ci ho sempre il video tutto nero.
B: Struca el botòn del monitor. Non solo quello del computer.
UA1: Ma io ho acceso il computer.
B: Hai schiacciato solo il bottoncino sotto; devi schiacciare pure quello sopra.
UA1: Ah.
Esce con la confusione stampata in volto. Io e B ci scambiamo un ghigno.
Io: Scommetto un caffè che tra un attimo dobbiamo andare da lei a farle di nuovo vedere come si “struca el botòn”.
B: Dai, che forse stavolta l’ha capita. Se lo spegne tutti i pomeriggi a fine turno; vuoi che non sappia come accenderlo?
Io: Mi sa che ha passato l’esame di Spegnologia, ma non ancora quello di Accendologia.
Risultato (sorprendente): UA1 non è tornata e io ho dovuto pagare il caffè a B.
Sempre per via del GOMBLODDO degli utOnti, di lì a poco ci capita in ufficio quell’emerita testa di cazzo bollito e affettato di UA2 (che posso vedere sempre meno ogni giorno che passa, ma questo è un altro disco con un orso – dai, non te la prendere, E. B.) (N.d.E.B.: Hrumpf!)
UA2: Eh, la stampante. (Aridajje!)
Io: (indicando uno dei cartelli) Leggi il merdoso cartello, grazie.
UA2: (lo legge, poi s’inalbera) Ma allora! Più chiaro di così! ’Sta cazzo di stampante, insomma!
Io: (la mia pazienza è finita nel preciso momento in cui l’ho visto entrare) Se non ce la fai, cazzi tuoi. Mo’ fila, che ci abbiamo altro da fare, noi.
UA2 sembra costituzionalmente incapace di mettere insieme una frase di senso compiuto; comunque se ne esce borbottando come una pentola di fagioli. Poco dopo arriva Capo, l’espressione perplutaessa.
Capo: Ma che gli frulla, a UA2? Dice che non lo volete aiutare coi problemi alla stampante.
Io: Fintanto che non ci dirà di quali problemi si tratta, non abbiamo modo di aiutarlo – sempre che non sia un problema che si devono smazzare loro.
Capo: (si gratta la testa) Già capito, mi sa. Vado a vedere.
Esce; poco dopo torna; sembra che abbia appena ficcato un cazziatone a qualcuno, ma a noi rivolge un ghigno.
Capo: Carta inceppata.
Io: E secondo UA2 questo sarebbe un problema che necessita di venirci a dire “Eh, la stampante”, eh?
Capo: Penso che stavolta abbia capito la lezione.
Io: Tsè, e domani mi trasformo in una donna.
Capo sospira rassegnato e se ne va.
B: Se vuoi ci ho giusto una gonna e una camicetta da donna della tua misura, più o meno.
Io: Ma manco se ti metti a ballare sulle punte delle orecchie!
Concludiamo con una risata.


Mica ancora finita, con UA2.
È arrivato infine il computer nuovo per UA4. Glielo installiamo, glielo configuriamo, le passiamo i dati dal vecchio rottame e la lasciamo tutta contenta; è utOnta, ma meno degli altri, è quasi utente – anche se ogni tanto ha qualche ricaduta, eh. Comunque, dopo pranzo, ce la vediamo arrivare sconcertata e anche un po’ preoccupata.
UA4: Ma… avete portato voi via il mio computer nuovo? Perché sono tornata da pranzo e adesso non c’è più.
Ding! Campanello d’allarme numero uno. Si alza Bislakk, più serio del solito, per andare con lei a vedere che stracazzix è successo.
Non mi va a piombare lì UA2 a stretto giro di posta?
UA2: Eh, il computer.
Io: (totalmente scazzato) Eh, il cartello.
UA2: (borbotta qualche oscura maledizione) Eh, bisogna montarlo.
Montarlo?
Ma chi cazzarola gliel’aveva montato, allora, quando l’ha fregato a UA4? Né io né Bislakk, poco ma sicuro. Comunque, ding! Campanello numero due: qui mi puzza di cadavere lontano dieci chilometri. Mi alzo e vado a passo di marcia verso il suo ufficio, tallonato da lui; incrocio Bislakk con la faccia perplimutaessa.
B: Ci abbiamo un ladro fantasma, qui.
Io: (lanciando un’occhiata di traverso a UA2, che trasale) Un fantasma in carne e ossa.
B ci segue nell’ufficio di UA2. Il suo computer è lì smontato in un angolino; in compenso quello di UA4 è piazzato al posto del suo, ma senza un singolo cavo connesso.
Io: Cosa ci fa qui il computer di UA4? Il tuo è quello lì. (E gli indico il suo.)
UA2: (in tono tracotante) No, è quello lì il mio. UA4 si becca quello là.
Io: (Eccolo! Beccato al varco!) E allora, se volevi quello nuovo di pacca, avresti dovuto tenerti il carciofone. No, non se ne parla: questo qui torna di là da UA4 e tu ti riprendi quello che avevi ciulato l’altra volta. E senza discussioni.
UA2: Eh, no, io tengo questo, perché io ho un lavoro molto importante da fare, non posso mica farlo con le ciofeche! No, UA4 non ha un cazzo da fare, quindi può tenersi quello lì.
Io: Già: minchioneggiare su facciabuco, su instagranminchia e su orologiorotto è davvero un’occupazione della massima importanza.
UA2: (isterico come ogni buon colpevole quando viene beccato in castagna) Ehi, senti un po’, tu, io non passo il mio tempo su…
Gli sbuffo in faccia, derisorio, poi a B chiedo di andare a chiamare Capo. Lui esce, e io mi piazzo proprio in mezzo alla porta, impedendo a UA2 di svignarsela alla chetichella. Trenta secondi di resistenza a ogni tentativo di superarmi, poi arrivano B e Capo. Dieci secondi a spiegargli la situazione, prima che UA2 riesca a dare la sua versione dei fatti; e lo sguardo di Capo che si fa talmente gelido da brinargli le ciglia.
Capo: Qui giochiamo pure a prenderci per il culo, va’. (A noi) Il computer nuovo torna di là da UA4; quanto a UA2, si ripiglia quello che aveva prima, e questo qui lo teniamo da parte per altri usi.
Questo nel suo solito tono che non ammette repliche. UA2, abbacchiato, non può che prendere atto della faccenda e starsene muto come un pesce.
Risultato: UA2 si terrà il ciofecoide fino all’età pensionabile, e a UA4 abbiamo rimesso il computer nuovo, inlucchettandolo ben bene coi lucchetti prodotti da FamosoProduttoreDiSistemiAntisgrafignusInformatici, unico in tutta la struttura: meglio evitare scherzi da prete in futuro.


Chiamata ricevuta da Bislakk sul suo butringo, da fuori; dato che aveva tutte e due le mani occupate, B ha risposto col vivavoce.
TrolloneTelefonico: Astaracimpa babaringa.
B: (col solito bastardometro a manetta) La sburagnunfa corippilata sbarbonata.
Intanto, è entrato UtOntoAmministrativo5, un tipo che è tanto, ma tanto tonto anche al di fuori del suo lavoro. Non si sa cosa voleva da noi, ma è rimasto lì imbesuito a guardare B.
TT: (a quanto pare, conscio di aver trovato un tipo della sua stessa pasta) Gangherendo la zurmiffa puschiarellizzata.
B: Barbaghia sfurfumullide con gunfi.
TT: Aciarompo golleppino fufurlo.
Vanno avanti ancora per un paio di botta e risposta, e UA5 è sempre più rimbabbeonito.
UA5: Eeeeeeeeeh?
Io, B e TT: (all’unisono) PUPPA!
Poi TT chiude lì la chiamata. UA5 ci rimane di merdissima, e se ne va a orecchie basse. Io e B ci scambiamo un ghigno malefico. Magari saremo pure stati un briciolino crudeli, ma UA5, oltre a essere un tonto alla tontesima potenza, è anche uno spakkamaronix cosmico, quindi, be’.

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